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  • Herausgeber: EDUCatt
  • Kategorie: Bildung
  • Sprache: Deutsch
  • Veröffentlichungsjahr: 2015
Beschreibung

L’Analisi Linguistica e Letteraria è una rivista internazionale di linguistica e letteratura peer reviewed. Ha una prospettiva sia sincronica che diacronica e accoglie ricerche di natura teorica e applicata. Seguendo un orientamento spiccatamente interdisciplinare, si propone di approfondire la comprensione dei processi di analisi testuale in ambito letterario come anche in ambito linguistico. La rivista è organizzata in tre sezioni: la prima contiene saggi e articoli; la seconda presenta discussioni e analisi d’opera relative alle scienze linguistiche e letterarie; la terza sezione ospita recensioni e una rassegna di brevi schede bibliografiche riguardanti la linguistica generale e le linguistiche delle singole lingue (francese, inglese, russo, tedesco). La rivista pubblica regolarmente articoli in francese, inglese, italiano e tedesco, e occasionalmente anche in altre lingue: nel 2010, ad esempio, ha pubblicato un volume tematico interamente in russo.

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L’ANALISI LINGUISTICA E LETTERARIA Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature straniere Università Cattolica del Sacro Cuore Anno XXI - 1/2013 ISSN 1122-1917

ISBN edizione cartacea 978-88-6780-070-4

ISBN edizione ePub 978-88-6780-854-0

Direzione

Luisa Camaiora

Giovanni Gobber

Marisa Verna

Comitato scientifico

Luisa Camaiora – Arturo Cattaneo – Enrica Galazzi

Maria Cristina Gatti – Maria Teresa Girardi

Giovanni Gobber – Dante Liano – Federica Missaglia

Lucia Mor – Margherita Ulrych – Marisa Verna

Serena Vitale – Maria Teresa Zanola

Segreteria di redazione

Laura Balbiani – Sarah Bigi – Laura Bignotti

Elisa Bolchi – Giulia Grata

I contributi di questa pubblicazione sono stati sottoposti alla valutazione di duePeer Reviewersin forma rigorosamente anonima

© 2014 EDUCatt - Ente per il Diritto allo Studio universitario dell’Università Cattolica Largo Gemelli 1, 20123 Milano | tel. 02.7234.2235 | fax 02.80.53.215e-mail: [email protected] (produzione); [email protected] (distribuzione)web: www.educatt.it/libri

Redazione della Rivista: [email protected] |web: www.educatt.it/libri/all

Questo volume è stato stampato nel mese di febbraio 2014 presso la Litografia Solari - Peschiera Borromeo (Milano)

Indice

Passione o leggerezza? Un’analisi contrastiva di pubblicità italiane e tedesche

Federica Ricci Garotti

“Dieta rigorosa, dicevamo”. Annotazioni sul cibo nella narrativa di Thomas Mann

Massimo Bonifazio

Die Weltzweiheit als Wahrnehmungsmuster im Gedichtbuch „Die Bettlerschale“ von Christine Lavant

Marco Serio

L’image de la Sardaigne dans les guides touristiques français et italiens

Lorenzo Devilla

Dialetto e identità nei racconti di Beppe Fenoglio

Andrea Raimondi

Recensioni e Rassegne

Recensioni

Rassegna di Linguistica generale e di Glottodidattica

a cura di Giovanni Gobber

Rassegna di Linguistica francese

a cura di Enrica Galazzi e Chiara Molinari

Rassegna di Linguistica inglese

a cura di Margherita Ulrych e Amanda Murphy

Rassegna di Linguistica russa

a cura di Anna Bonola

Rassegna di Linguistica tedesca

a cura di Federica Missaglia

Abstracts

Indice degli Autori

Passione o leggerezza? Un’analisi contrastiva di pubblicità italiane e tedesche

Federica Ricci Garotti

Premessa

Nel testo pubblicitario affiorano convenzioni standardizzate e presupposti che si suppongono condivisi da una cultura, anche se in esso molto spesso vengono superati i confini degli atti illocutivi usuali nel linguaggio quotidiano. Come afferma Knapp1, il testo pubblicitario è uno dei temi maggiormente esplorati dalla linguistica applicata, anche perché in esso l’inseparabilità tra testo e cultura ipotizzata da Fix2 è quanto mai rivelatrice del rapporto tra le aspettative che il ricevente nutre rispetto a quel tipo di testo e il testo reale.

Diversi studiosi rilevano come il testo pubblicitario, pur nella dominanza dell’elemento visuale3, resti un testo linguistico, anche se la frammentazione del linguaggio è tale da determinare “una testualità ridotta, che necessita per la sua analisi di un passaggio dalla linguistica alla semiotica testuale”4.

Secondo Ehlich5 l’atto linguistico è tipizzazione di una situazione comunicativa che lo rende prevedibile e accettabile in una determinata prassi sociale, non, dunque, libera scelta del parlante, ma forma sviluppata di un contesto sociale. Nella pubblicità l’atto linguistico si unisce alle regole sociali in una messa in scena che non avrebbe senso al di fuori del contesto comunicativo pubblicitario. All’interno di questo contesto l’implicazione pragmatica (trigger) può esprimersi in molti modi, ad esempio presupponendo che la merce sia già stata comprata (dunque considerando già raggiunto lo scopo della comunicazione) o presupponendo che l’immagine della realtà che viene mostrata sia condivisa tra emittente e ricevente. In tal modo il messaggio pubblicitario assume una funzione che rinforza un atto compiuto o un’opinione già maturata del ricevente, evitando volutamente di presentarsi come un invito o un’esortazione a condividere lo scopo del parlante. I rapporti sociali tra comunicatore e ricevente nella pubblicità restano implicitamente quelli tra venditore e consumatore, ma le strategie persuasive sono tanto meno rozze quanto maggiori sono i presupposti comunicativi, giustificati dalla prassi sociale dell’azione della vendita e dell’acquisto.

Secondo la classificazione di Friske, riportata da Schicha, dei messaggi multimodali6, il testo pubblicitario è da annoverarsi tra i testi secondari, ovvero quei testi che descrivono o argomentano riferendosi direttamente ai testi primari (gli oggetti originali, come il prodotto stesso o la persona di cui si vuole parlare), mentre i testi terziari sono ancorati costantemente al corso della vita quotidiana (conversazioni sui diversi modi di utilizzare un prodotto, discussione sugli stili di vita a cui è eventualmente abbinato il consumo di un determinato prodotto culturale).

Il testo pubblicitario è al centro in questo saggio, per quanto riguarda sia gli elementi visivi sia gli aspetti linguistici.

Partendo dal presupposto di Stöckl, secondo cui il testo pubblicitario non può descrivere il prodotto perché

esso non risponde più ad un bisogno e dunque i valori propri di una determinata marca non si differenziano da quelli dello stesso prodotto di una marca diversa7

non ci si aspetta che la pubblicità del prodotto fornisca informazioni sulle sue componenti. Al contrario, saranno i segni visivi con cui viene presentato il prodotto ad essere determinanti per la costruzione del messaggio, non il prodotto stesso. Il presupposto è che tra produttori e riceventi del testo pubblicitario esista un implicito patto comunicativo (“questa è una pubblicità”) che rende possibile e legittima qualsiasi strategia.

Nella pubblicità di prodotti alimentari l’implicazione pragmatica di elementi esterni al contesto comunicativo è particolarmente evidente. Quando si pubblicizza un prodotto alimentare, l’implicito condiviso si estende dalla necessità di parlare del cibo per venderlo alla necessità di simularne il gusto. Questo gusto viene attribuito alla cultura a cui ci si riferisce e viene tipizzato attraverso un’operazione di espansione e di standardizzazione molto comune nella comunicazione pubblicitaria.

Lo stretto legame esistente tra testo e cultura viene così rinforzato, nel caso della comunicazione pubblicitaria del cibo, dal ruolo che questo riveste nella costruzione di un’identità culturale: secondo Hallet8 cucina e cibo hanno il potenziale per costruire una vera e propria foodidentity che può contribuire alla costruzione di un’identità sia per il proprio gruppo che per l’altro. La tendenza alla riduzione delle differenze causata dall’uso dello stereotipo nascosto, ma accettato come implicito, attribuisce un valore sociale al testo, attraverso la standardizzazione dell’atto linguistico, ma non sempre dell’immagine rappresentata. Qui la scelta a disposizione del comunicatore è molto ampia. La letteratura del testo multimodale sottolinea due obiettivi che il messaggio pubblicitario deve raggiungere attraverso l’elemento visivo: la creazione di tensione attraverso la rottura di ogni schema abituale e la sbanalizzazione del prodotto. Quanto più vengono disattese le aspettative del ricevente, tanto più interessante e desiderabile si presenta il prodotto, dal momento che la discrepanza suscita nel ricevente il “bisogno di un intervento, di una riparazione”. Paradossalmente, quindi, la mancanza di informazioni tecniche e precise sul prodotto rende più desiderabile il prodotto stesso. Come afferma Wellershoff

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