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Libretto multilingue dell'opera lirica in quattro atti che narra la vita bohemiène di Marcello, Schaunard, Colline e Rodolfo, quest'ultimo innamorato della gracile Mimì.
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LIBRETTO ITALIANO
QUADRO PRIMO
QUADRO SECONDO
QUADRO TERZO
QUADRO QUARTO
~ • ~ • ~ • ~
LIBRETTO ENGLISH
FIRST TABLEAU
SECOND TABLEAU
THIRD TABLEAU
FOURTH TABLEAU
~ • ~ • ~ • ~
LIBRETTO DEUTSCH
ERSTES BILD
ZWEITES BILD
DRITTES BILD
VIERTES BILD
~ • ~ • ~ • ~
LIBRETO ESPAÑOL
ACTO PRIMERO
ACTO SEGUNDO
ACTO TERCERO
ACTO CUARTO
~ • ~ • ~ • ~
LIVRET FRANÇAIS
PREMIER TABLEAU
DEUXIÈME TABLEAU
TROISIÈME TABLEAU
QUATRIÈME TABLEAU
LA BOHÈME
Opera in quattro quadri
musica di Giacomo Puccini
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
ispirato al romanzo "Scene de la vie de bohème" di Henri Murger
PERSONAGGI:
MIMÌ, una sarta (Soprano)
MUSETTA (Soprano)
RODOLFO, poeta (Tenore)
MARCELLO, pittore (Baritono)
SCHAUNARD, musicista (Baritono)
COLLINE, filosofo (Basso)
PARPIGNOL, venditore ambulante (Tenore)
BENOÎT, padrone di casa (Basso)
ALCINDORO. consigliere di stato (Basso)
SERGENTE DEI DOGANIERI (Basso)
CORO
Studenti, Sartine, Borghesi, Bottegai e Bottegaie, Venditori ambulanti, Soldati, Camerieri da caffè, ragazzi e ragazze
In soffitta. Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A sinistra, un camino. Una tavola, un letto, un armadietto, una piccola libreria, quattro sedie, un cavalletto da pittore con una tela sbozzata ed uno sgabello: libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri. Uscio nel mezzo, altro a sinistra. Rodolfo guarda meditabondo fuori della finestra. Marcello lavora al suo quadro: «Il passaggio del Mar Rosso», con le mani intirizzite dal freddo e che egli riscalda alitandovi su di quando in quando, mutando, pel gran gelo, spesso posizione.
MARCELLO
seduto, continuando a dipingere
Questo Mar Rosso - mi ammollisce e assidera
come se addosso - mi piovesse in stille.
Si allontana dal cavalletto per guardare il suo quadro.
Per vendicarmi, affogo un Faraon!
Torna al lavoro. A Rodolfo
Che fai?
RODOLFO
volgendosi un poco
Nei cieli bigi
guardo fumar dai mille
comignoli Parigi
additando il camino senza fuoco
e penso a quel poltrone
di un vecchio caminetto ingannatore
che vive in ozio come un gran signore.
MARCELLO
Le sue rendite oneste
da un pezzo non riceve.
RODOLFO
Quelle sciocche foreste
che fan sotto la neve?
MARCELLO
Rodolfo, io voglio dirti un mio pensier profondo:
ho un freddo cane.
RODOLFO
avvicinandosi a Marcello
Ed io, Marcel, non ti nascondo
che non credo al sudore della fronte.
MARCELLO
Ho diacciate
le dita quasi ancora le tenessi immollate
giù in quella gran ghiacciaia che è il cuore di Musetta...
Lascia sfuggire un lungo sospirone, e tralascia di dipingere, deponendo tavolozza e pennelli.
RODOLFO
L'amore è un caminetto che sciupa troppo...
MARCELLO
... e in fretta!
RODOLFO
... dove l'uomo è fascina...
MARCELLO
... e la donna è l'alare...
RODOLFO
... l'una brucia in un soffio...
MARCELLO
... e l'altro sta a guardare.
RODOLFO
Ma intanto qui si gela...
MARCELLO
... e si muore d'inedia!...
RODOLFO
Fuoco ci vuole...
MARCELLO
afferrando una sedia e facendo atto di spezzarla
Aspetta... sacrifichiam la sedia!
Rodolfo impedisce con energia l'atto di Marcello. Ad un tratto Rodolfo esce in un grido di gioia ad un'idea che gli è balenata.
RODOLFO
Eureka!
Corre alla tavola e ne leva un voluminoso scartafaccio.
MARCELLO
Trovasti?
RODOLFO
Sì. Aguzza
l'ingegno. L'idea vampi in fiamma.
MARCELLO
additando il suo quadro
Bruciamo il Mar Rosso?
RODOLFO
No. Puzza
la tela dipinta. Il mio dramma,
I'ardente mio dramma ci scaldi.
MARCELLO
con comico spavento
Vuoi leggerlo forse? Mi geli.
RODOLFO
No, in cener la carta si sfaldi
e l'estro rivoli ai suoi cieli.
con importanza
Al secol gran danno minaccia...
E Roma in periglio...
MARCELLO
con esagerazione
Gran cor!
RODOLFO
Dà a Marcello una parte dello scartafaccio.
A te l'atto primo.
MARCELLO
Qua.
RODOLFO
Straccia.
MARCELLO
Accendi.
Rodolfo batte un acciarino accende, una candela e va al camino con Marcello: insieme dànno fuoco a queila parte dello scartafaccio buttato sul focolare, poi entrambi prendono delle sedie e seggono, riscaldandosi voluttuosamente.
RODOLFO e MARCELLO
Che lieto baglior!
Si apre con fracasso la porta in fondo ed entra Colline gelato, intirizzito, battendo i piedi, gettando con ira sulla tavola un pacco di libri legato con un fazzoletto.
COLLINE
Già dell'Apocalisse appariscono i segni.
In giorno di vigilia non si accettano pegni!
Si interrompe sorpreso, vedendo fuoco nel caminetto.
Una fiammata!
RODOLFO
a Colline
Zitto, si dà il mio dramma.
MARCELLO
... al fuoco.
COLLINE
Lo trovo scintillante.
RODOLFO
Vivo.
Il fuoco diminuisce.
COLLINE
Ma dura poco.
RODOLFO
La brevità, gran pregio.
COLLINE
levandogli la sedia
Autore, a me la sedia.
MARCELLO
Presto. Questi intermezzi fan morire d'inedia.
RODOLFO
Prende un'altra parte dello scartafaccio.
MARCELLO
a Colline
Non far sussurro.
Rodolfo straccia parte dello scartafaccio e lo getta sul camino: il fuoco si ravviva. Colline avvicina ancora più la sedia e si riscalda le mani: Rodolfo è in piedi, presso ai due, col rimanente dello scartafaccio.
COLLINE
Pensier profondo!
MARCELLO
Giusto color!
RODOLFO
In quell'azzurro - guizzo languente
Sfuma un'ardente - scena d'amor.
COLLINE
Scoppietta un foglio.
MARCELLO
Là c'eran baci!
RODOLFO
Tre atti or voglio - d'un colpo udir.
Getta al fuoco il rimanente dello scartafaccio.
COLLINE
Tal degli audaci - I'idea s'integra.
TUTTI
Bello in allegra - vampa svanir.
Applaudono entusiasticamente: la fiamma dopo un momento diminuisce.
MARCELLO
Oh! Dio... già s'abbassa la fiamma.
COLLINE
Che vano, che fragile dramma!
MARCELLO
Già scricchiola, increspasi, muore.
COLLINE e MARCELLO
Il fuoco è spento.
Abbasso, abbasso l'autore.
Dalla porta di mezzo entrano due Garzoni, portando l'uno provviste di cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un fascio di legna. Al rumore, i tre innanzi al camino si volgono e con grida di meraviglia si slanciano sulle provviste portate dal garzone e le depongono sul tavolo. Colline prende la legna e la porta presso il caminetto: comincia a far sera.
RODOLFO
Legna!
MARCELLO
Sigari!
COLLINE
Bordò!
TUTTI
Le dovizie d'una fiera
il destin ci destinò.
I garzoni partono.
SCHAUNARD
Entra dalla porta di mezzo con aria di trionfo, gettando a terra alcuni scudi.
La Banca di Francia
per voi si sbilancia.
COLLINE
raccattando gli scudi insieme a Rodolfo e Marcello
Raccatta, raccatta!
MARCELLO
incredulo
Son pezzi di latta!...
SCHAUNARD
mostrandogli uno scudo
Sei sordo?... Sei lippo?
Quest'uomo chi è?
RODOLFO
inchinandosi
Luigi Filippo!
M'inchino al mio Re!
TUTTI
Sta Luigi Filippo ai nostri pie'
Depongono gli scudi sul tavolo. Schaunard vorrebbe raccontare la sua fortuna, ma gli altri non lo ascoltano: vanno e vengono affaccendati disponendo ogni cosa sul tavolo.
SCHAUNARD
Or vi dirò: quest'oro, o meglio argento,
ha la sua brava storia...
MARCELLO
ponendo la legna nel camino
Riscaldiamo
il camino!
COLLINE
Tanto freddo ha sofferto.
SCHAUNARD
Un inglese... un signor... lord o milord
che sia, voleva un musicista...
MARCELLO
gettando via il pacco di libri di Colline dal tavolo
Via!
Prepariamo la tavola!
SCHAUNARD
Io? volo!
RODOLFO
L'esca dov'è?
COLLINE
Là.
MARCELLO
Qua.
Accendono un gran fuoco nel camino.
SCHAUNARD
E mi presento.
M'accetta: gli domando...
COLLINE
mettendo a posto le vivande
Arrosto freddo!
MARCELLO
mentre Rodolfo accende l'altra candela
Pasticcio dolce!
SCHAUNARD
A quando le lezioni?...
Risponde: «Incominciam...
Guardare!» (e un pappagallo m'addita al primo piano),
poi soggiunge: «Voi suonare
finché quello morire!».
RODOLFO
Fulgida folgori la sala splendida.
MARCELLO
Mette le due candele sul tavolo
Or le candele!
SCHAUNARD
E fu così:
Suonai tre lunghi dì...
Allora usai l'incanto
di mia presenza bella...
Affascinai l'ancella...
Gli propinai prezzemolo!...
Lorito allargò l'ali,
Lorito il becco aprì,
da Socrate morì!
Vedendo che nessuno gli bada, afferra Colline che gli passa vicino con un piatto.
COLLINE
Pasticcio dolce!
MARCELLO
Mangiar senza tovaglia?
RODOLFO
levando di tasca un giornale e spiegandolo
Un'idea...
COLLINE e MARCELLO
Il «Costituzional!»
RODOLFO
Ottima carta...
Si mangia e si divora un'appendice !
COLLINE
Chi?!...
SCHAUNARD
urlando indispettito
Che il diavolo vi porti tutti quanti!
Poi, vedendoli in atto di mettersi a mangiare il pasticcio freddo
Ed or che fate?
Con gesto solenne stende la mano sul pasticcio ed impedisce agli amici di mangiarlo; poi leva le vivande dal tavolo e le mette nel piccolo armadio.
No! Queste cibarie
sono la salmeria
pei dì futuri
tenebrosi e oscuri.
Pranzare in casa
il dì della vigilia
mentre il Quartier Latino le sue vie
addobba di salsicce e leccornie?
Quando un olezzo di frittelle imbalsama
le vecchie strade?
MARCELLO, RODOLFO e COLLINE
Circondano ridendo Schaunard.
La vigilia di Natal!
SCHAUNARD
Là le ragazze cantano contente
ed han per eco ognuna uno studente!
Un po' di religione, o miei signori:
si beva in casa, ma si pranzi fuori.
Rodolfo chiude la porta a chiave, poi tutti vanno intorno al tavolo e versano il vino.
Si bussa alla porta: s'arrestano stupefatti.
BENOÎT
di fuori
Si può?
MARCELLO
Chi è là?
BENOÎT
Benoît!
MARCELLO
Il padrone di casa!
Depongono i bicchieri.
SCHAUNARD
Uscio sul muso.
COLLINE
Grida
Non c'è nessuno.
SCHAUNARD
È chiuso.
BENOÎT
Una parola.
SCHAUNARD
Dopo essersi consultato cogli altri, va ad aprire.
Sola!
BENOÎT
Entra sorridente: vede Marcello e mostrandogli una carta dice
Affitto !
MARCELLO
ricevendolo con grande cordialità
Olà !
Date una sedia.
RODOLFO
Presto.
BENOÎT
schermendosi
Non occorre. Vorrei...
SCHAUNARD
Insistendo con dolce violenza, lo fa sedere.
Segga.
MARCELLO
Vuol bere?
Gli versa del vino
BENOÎT
Grazie.
RODOLFO e COLLINE
Tocchiamo.
Tutti bevono. Benoît, Roodlfo, Marcello e Schaunard seduti, Colline in piedi. Benoît depone il bicchiere e si rivolge a Marcello mostrandogli la carta.
BENOÎT
Questo
è l'ultimo trimestre .
MARCELLO
con ingenuità
Ne ho piacere.
BENOÎT
E quindi...
SCHAUNARD
interrompendolo
Ancora un sorso.
riempie i bicchieri.
BENOÎT
Grazie.
I QUATTRO
toccando con Benoît
Alla sua salute!
Si siedono e bevono. Colline va a prendere lo sgabello presso il cavalletto e si siede anche lui.
BENOÎT
riprendendo con Marcello
A lei ne vengo
perché il trimestre scorso
mi promise...
MARCELLO
Promisi ed or mantengo.
mostrando a Benoît gli scudi che sono sul tavolo
RODOLFO
con stupore, piano a Marcello
Che fai?...
SCHAUNARD
come sopra
Sei pazzo?
MARCELLO
a Benoît, senza badare ai due
Ha visto? Or via,
resti un momento in nostra compagnia.
Dica: quant'anni ha,
caro signor Benoît?
BENOÎT
Gli anni?... Per carità!
RODOLFO
Su e giù la nostra età.
BENOÎT
protestando
Di più, molto di più.
Mentre fanno chiacchierare Benoît, gli riempiono il bicchiere appena egli l'ha vuotato.
COLLINE
Ha detto su e giù.
MARCELLO
abbassando la voce e con tono di furberia
L'altra sera al Mabil...
BENOÎT
inquieto
Eh?!
MARCELLO
L'hanno colto
in peccato d'amore.
BENOÎT
Io?
MARCELLO
Neghi.
BENOÎT
Un caso.
MARCELLO
lusingandolo
Bella donna!
BENOÎT
mezzo brillo, con subito moto
Ah! molto.
SCHAUNARD
Gli batte una mano sulla spalla.
Briccone !
COLLINE
Seduttore !
Fa lo stesso sull'altra spalla.
RODOLFO
Briccone !
MARCELLO
magnificando
Una quercia!... un cannone! il crin ricciuto
e fulvo.
RODOLFO
L'uomo ha buon gusto.
MARCELLO
Ei gongolava arzillo, pettoruto.
BENOÎT
ringalluzzito
Son vecchio, ma robusto.
COLLINE, SCHAUNARD e RODOLFO
con gravità ironica
Ei gongolava arzuto e pettorillo.
MARCELLO
E a lui cedea la femminil virtù.
BENOÎT
in piena confidenza
Timido in gioventù,
ora me ne ripago... È uno svago
qualche donnetta allegra... e... un po'...
accenna a forme accentuate
Non dico una balena,
o un mappamondo,
o un Viso tondo
da luna piena,
ma magra, proprio magra, no e poi no!
Le donne magre sono grattacapi
e spesso... sopraccapi...
e son piene di doglie,
per esempio... mia moglie...
Marcello dà un pugno sulla tavola e si alza: gli altri lo imitano: Benoît li guarda sbalordito.
MARCELLO
con forza
Quest'uomo ha moglie
e sconce voglie
ha nel cor!
GLI ALTRI
Orror !
RODOLFO
E ammorba, e appesta
la nostra onesta
magion!
GLI ALTRI
Fuor!
MARCELLO
Si abbruci dello zucchero.
COLLINE
Si discacci il reprobo.
SCHAUNARD
maestoso
È la morale offesa che vi scaccia!
BENOÎT
Allibito, tenta inutilmente di parlare.
Io di...
RODOLFO, COLLINE
Circondano Benoît sospingendolo verso la porta.
Silenzio!
BENOÎT
sempre più sbalordito
Miei signori...
TUTTI
Silenzio ! . . .
spingendo Benoît fuori dalla porta
Via signore! Via di qua!
sulla porta guardando verso il pianerottolo sulla scala
... e buona sera a Vostra signoria.
ritornando nel mezzo della scena, ridendo
Ah! ah! ah! ah!
MARCELLO
chiudendo l'uscio
Ho pagato il trimestre.
SCHAUNARD
Al Quartiere Latino ci attende Momus.
MARCELLO
Viva chi spende!
SCHAUNARD
Dividiamo il bottino!
Si dividono gli scudi rimasti sul tavolo.
RODOLFO e SCHAUNARD
Dividiam!
MARCELLO
presentando uno specchio rotto a Colline
Là ci sono beltà scese dal cielo.
Or che sei ricco, bada alla decenza!
Orso, ravviati il pelo.
COLLINE
Farò la conoscenza
la prima volta d'un barbitonsore.
Guidatemi al ridicolo
oltraggio d'un rasoio.
MARCELLO, SCHAUNARD e COLLINE
Andiamo.
RODOLFO
Io resto
per terminar l'articolo
di fondo del Castoro.
MARCELLO
Fa presto.
RODOLFO
Cinque minuti. Conosco il mestiere.
COLLINE
Ti aspetterem dabbasso dal portiere.
MARCELLO
Se tardi, udrai che coro!
RODOLFO
Cinque minuti.
Prende un lume ed apre l'uscio: Marcello, Schaunard e Colline escono e scendono la scala.
SCHAUNARD
uscendo
Taglia corta la coda al tuo Castoro!
MARCELLO
di fuori
Occhio alla scala. Tienti
alla ringhiera.
RODOLFO
sul pianerottolo, presso l'uscio aperto, alzando il lume
Adagio!
COLLINE
di fuori
È buio pesto.
Le voci di Marcello, Schaunard e Colline si fanno sempre più lontane
SCHAUNARD
Maledetto portier!
Rumore d'uno che ruzzola
COLLINE
Accidenti!
RODOLFO
sull'uscio
Colline, sei morto?
COLLINE
lontano, dal basso della scala
Non ancor!
MARCELLO
più lontano
Vien presto!
Rodolfo chiude l'uscio, depone il lume, sgombra un angolo del tavolo, vi colloca calamaio e carta, poi siede e si mette a scrivere dopo aver spento l'altro lume rimasto acceso: si interrompe, pensa, ritorna a scrivere, s'inquieta, distrugge lo scritto e getta via la penna.
RODOLFO
sfiduciato
Non sono in vena.
Si bussa timidamente all'uscio.
Chi è là?
MIMÌ
di fuori
Scusi.
RODOLFO
alzandosi
Una donna!
MIMÌ
Di grazia, mi si è spento il lume.
RODOLFO
Corre ad aprire.
Ecco.
MIMÌ
sull'uscio, con un lume spento in mano ed una chiave
Vorrebbe... ?
RODOLFO
S'accomodi un momento.
MIMÌ
Non occorre.
RODOLFO
insistendo
La prego, entri.
Mimì, entra, ma subito è presa da soffocazione.
RODOLFO
premuroso
Si sente male?
MIMÌ
No... nulla.
RODOLFO
Impallidisce !
MIMÌ
presa da tosse
Il respir... Quelle scale...
Sviene, e Rodolfo è appena a tempo di sorreggerla ed adagiarla su di una sedia, mentre dalle mani di Mimì cadono candeliere e chiave.
RODOLFO
imbarazzato
Ed ora come faccio?...
Va a prendere dell'acqua e ne spruzza il viso di Mimì.
Così !
guardandola con grande interesse
Che viso da malata!
Mimì rinviene.
Si sente meglio?
MIMÌ
con un filo di voce
Sì.
RODOLFO
Qui c'è tanto freddo. Segga vicino al fuoco.
Mimì fa cenno di no
Aspetti.. un po' di vino...
MIMÌ
Grazie...
RODOLFO
Le dà il bicchiere e le versa da bere
A lei.
MIMÌ
Poco, poco.
RODOLFO
Così?
MIMÌ
Grazie.
Beve.
RODOLFO
ammirandola
(Che bella bambina!)
MIMÌ
Levandosi, cerca il suo candeliere
Ora permetta
che accenda il lume. È tutto passato.
RODOLFO
Tanta fretta?
MIMÌ
Sì.
Rodolfo scorge a terra il candeliere, lo raccoglie, accende e lo consegna a Mimì senza far parola.
MIMÌ
Grazie. Buona sera.
S'avvia per uscire.
RODOLFO
L'accompagna fino all'uscio
Buona sera.
Ritorna subito al lavoro.
MIMÌ
Esce, poi riappare sull'uscio che rimane aperto
Oh! sventata!
La chiave della stanza
dove l'ho lasciata?
RODOLFO
Non stia sull'uscio; il lume vacilla al vento.
Il lume di Mimì si spegne.
MIMÌ
Oh Dio! Torni ad accenderlo.
RODOLFO
Accorre colla sua candela per riaccendere quella di Mimì, ma avvicinandosi alla porta anche il suo lume si spegne e la camera rimane buia.
Oh Dio!... Anche il mio s'è spento!
MIMÌ
Avanzandosi a tentoni, incontra il tavolo e vi depone il suo candeliere
E la chiave ove sarà?...
RODOLFO
Si trova presso la porta e la chiude
Buio pesto!
MIMÌ
Disgraziata!
RODOLFO
Ove sarà?
MIMÌ
Importuna è la vicina...
RODOLFO
Si volge dalla parte ove ode la voce di Mimì
Ma le pare?...
MIMÌ
Ripete con grazia, avanzandosi ancora cautamente
Importuna è la vicina...
Cerca la chiave sul pavimento, strisciando i piedi
RODOLFO
Cosa dice, ma le pare!
MIMÌ
Cerchi.
RODOLFO
Cerco.
Urta nel tavolo, vi depone il suo candeliere e si mette a cercare la chiave brancicando le mani sul pavimento.
MIMÌ
Ove sarà?...
RODOLFO
Trova la chiave e lascia sfuggire una esclamazione, poi subito pentito mette la chiave in tasca.
Ah !
MIMÌ
L'ha trovata?...
RODOLFO
No !
MIMÌ
Mi parve...
RODOLFO
In verità...
MIMÌ
Cerca a tastoni
Cerca?
RODOLFO
Cerco!
Finge di cercare, ma guidato dalla voce e dai passi di Mimì, tenta di avvicinarsi ad essa che, china a terra, cerca sempre tastoni: in questo momento Rodolfo si è avvicinato ed abbassandosi esso pure, la sua mano incontra quella di Mimì.
MIMÌ
sorpresa
Ah!
RODOLFO
tenendo la mano di Mimì, con voce piena di emozione!
Che gelida manina!
Se la lasci riscaldar.
Cercar che giova? Al buio non si trova.
Ma per fortuna è una notte di luna,
e qui la luna l'abbiamo vicina.
Aspetti, signorina,
le dirò con due parole
chi son, che faccio e come vivo. Vuole?
Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di Mimì, la quale indietreggiando trova una sedia sulla quale si lascia quasi cadere affranta dall'emozione.
Chi son? Sono un poeta.
Che cosa faccio? Scrivo.
E come vivo? Vivo.
In povertà mia lieta
scialo da gran signore
rime ed inni d'amore.
Per sogni, per chimere
e per castelli in aria
l'anima ho milionaria.
Talor dal mio forziere
ruban tutti i gioielli
due ladri: gli occhi belli.
V'entrar con voi pur ora
ed i miei sogni usati
e i bei sogni miei
tosto son dileguati.
Ma il furto non m'accora,
poiché vi ha preso stanza
la dolce speranza!
Or che mi conoscete,
parlate voi. Chi siete?
Via piaccia dir?
MIMÌ
È un po' titubante, poi si decide a parlare; sempre seduta
Sì.
Mi chiamano Mimì,
ma il mio nome è Lucia.
La storia mia
è breve. A tela o a seta
ricamo in casa e fuori...
Son tranquilla e lieta
ed è mio svago
far gigli e rose.
Mi piaccion quelle cose
che han sì dolce malìa,
che parlano d'amor, di primavere,
di sogni e di chimere,
quelle cose che han nome poesia...
Lei m'intende?
RODOLFO
commosso
Sì.
MIMÌ
Mi chiamano Mimì,
il perché non so.
Sola, mi fo
il pranzo da me stessa.
Non vado sempre a messa,
ma prego assai il Signore.
Vivo sola, soletta
là in una bianca cameretta:
guardo sui tetti e in cielo;
ma quando vien lo sgelo
il primo sole è mio
il primo bacio dell'aprile è mio!
Germoglia in un vaso una rosa...
Foglia a foglia la spio!
Cosi gentile
il profumo d'un fiore!
Ma i fior ch'io faccio, ahimè! non hanno odore.
Altro di me non le saprei narrare.
Sono la sua vicina
che la vien fuori d'ora a importunare.
SCHAUNARD
dal cortile
Ehi! Rodolfo!
COLLINE
Rodolfo!
MARCELLO
Olà. Non senti?
Alle grida degli amici, Rodolfo s'impazienta
Lumaca !
COLLINE
Poetucolo!
SCHAUNARD
Accidenti
al pigro!
Sempre più impaziente, Rodolfo a tentoni si avvia alla finestra e l'apre spingendosi un poco fuori per rispondere agli amici che sono giù nel cortile: dalla finestra aperta entrano i raggi lunari, rischiarando così la camera.
RODOLFO
alla finestra
Scrivo ancor tre righe a volo.
MIMÌ
avvicinandosi un poco alla finestra
Chi sono?
RODOLFO
a Mimì
Amici.
SCHAUNARD
Sentirai le tue.
MARCELLO
Che te ne fai lì solo?
RODOLFO
Non sono solo. Siamo in due.
Andate da Momus, tenete il posto,
ci saremo tosto.
Rimane alla finestra, onde assicurarsi che gli amici se ne vanno
MARCELLO, SCHAUNARD e COLLINE
allontanandosi
Momus, Momus, Momus,
zitti e discreti andiamocerle via.
Momus, Momus, Momus, il poeta
trovò la poesia.
Mimì si è avvicinata ancor più alla finestra per modo che i raggi lunari la illuminano: Rodolfo, volgendosi, scorge Mimì avvolta come da un nimbo di luce, e la contempla, quasi estatico.
RODOLFO
O soave fanciulla, o dolce viso
di mite circonfuso alba lunar
in te, vivo ravviso
il sogno ch'io vorrei sempre sognar!
cingendo con le braccia Mimì
Fremon già nell'anima
le dolcezze estreme,
nel bacio freme amor!
La bacia
MIMÌ
assai commossa
Ah! tu sol comandi, amor!...
RODOLFO
cingendo colle braccia Mimì
Fremon già nell'anima
le dolcezze estreme.
MIMÌ
quasi abbandonandosi
(Oh! come dolci scendono
le sue lusinghe al core...
tu sol comandi, amore!...)
RODOLFO
Nel bacio freme amor!
bacia Mimì
MIMÌ
svincolandosi
No, per pietà!
RODOLFO
Sei mia!
MIMÌ
V'aspettan gli amici...
RODOLFO
Già mi mandi via?
MIMÌ
titubante
Vorrei dir... ma non oso...
RODOLFO
con gentilezza
MIMÌ
con graziosa furberia
Se venissi con voi?
RODOLFO
sorpreso
Che?... Mimì?
insinuante
Sarebbe così dolce restar qui.
C'è freddo fuori.
MIMÌ
con grande abbandono
Vi starò vicina!...
RODOLFO
E al ritorno?
MIMÌ
maliziosa
Curioso!
RODOLFO
Aiuta amorosamente Mimì a mettersi lo scialle
Dammi il braccio, mia piccina.
MIMÌ
Dà il braccio a Rodolfo
Obbedisco, signor!
S'avviano sottobraccio alla porta d'uscita.
RODOLFO
Che m'ami di'...
MIMÌ
con abbandono
Io t'amo!
RODOLFO
Amore !
MIMÌ
Amor!
Al Quartiere Latino. Un crocicchio di vie che al largo prende forma di piazzale; botteghe, venditori di ogni genere; da un lato, il Caffè Momus.
Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!
Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!
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Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!
Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!
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