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Avevo un controllo apparentemente completo su Bettina ed ero felice di giocarci ancora un po'. La serata era andata proprio bene, ci siamo divertiti molto e ovviamente lei è rimasta impressionata da me. Il suo modo prima ansioso, poi ingenuamente fiducioso mi ha fatto veramente bene. Guardandomi più innamorato da uno sguardo all'altro, la mia fiducia in me stesso aumentava sempre di più e lei era ovviamente completamente spazzata via. "Vieni con me, forse ti mostro qualcosa" la presi alla sprovvista e prima che Bettina potesse dire qualcosa le prese la mano notando quanto fosse nervosa. Dal ponte sulle barche l'ho tirata sulla stradina che costeggiava il fiume e ho scavalcato la recinzione che separava il molo dal marciapiede. "Cosa farai?", mi chiese, "Non c'è mai nessuno su queste barche di notte, sono stato qui molte volte, andiamo! Si è arrampicata un po' goffamente sulla staccionata, tanto che per un attimo ha tirato fuori il suo sedere verso di me. Ora la tensione mi ha attraversato per un momento. Che figura! Guardando il suo bel viso e le sue mani sottili, avevo già immaginato esattamente la forma del suo corpo. Dolci speranze mi sono balenate nella mente. Le barche erano in tre file affiancate, quindi abbiamo dovuto prima scavalcarne due piccole.
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Lussuria di Patrizia 4
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Copyright originale © 2020, di Tricia Williams.
Impronta
Tricia Williams, casella postale 42, 97634 Mellrichstadt, Germania
Premessa
Cari lettori,
Grazie per aver acquistato il mio libro.
Mi chiamo Tricia Williams. Sono nato ad Atlanta, Georgia, nel 1982. Scrivo storie di ogni tipo da quando ero bambino. Più invecchiavo, più ero attratto dalla letteratura erotica.
La tua Tricia
La lussuria del fiume
Avevo un controllo apparentemente completo su Bettina ed ero felice di giocarci ancora un po'. La serata era andata proprio bene, ci siamo divertiti molto e ovviamente lei è rimasta impressionata da me. Il suo modo prima ansioso, poi ingenuamente fiducioso mi ha fatto veramente bene. Guardandomi più innamorato da uno sguardo all'altro, la mia fiducia in me stesso aumentava sempre di più e lei era ovviamente completamente spazzata via.
"Vieni con me, forse ti mostro qualcosa" la presi alla sprovvista e prima che Bettina potesse dire qualcosa le prese la mano notando quanto fosse nervosa. Dal ponte sulle barche l'ho tirata sulla stradina che costeggiava il fiume e ho scavalcato la recinzione che separava il molo dal marciapiede. "Cosa farai?", mi chiese, "Non c'è mai nessuno su queste barche di notte, sono stato qui molte volte, andiamo! Si è arrampicata un po' goffamente sulla staccionata, tanto che per un attimo ha tirato fuori il suo sedere verso di me. Ora la tensione mi ha attraversato per un momento. Che figura! Guardando il suo bel viso e le sue mani sottili, avevo già immaginato esattamente la forma del suo corpo. Dolci speranze mi sono balenate nella mente. Le barche erano in tre file affiancate, quindi abbiamo dovuto prima scavalcarne due piccole.
Quella centrale era una piccola nave da carico apparentemente molto vecchia con una piccola sovrastruttura. "Fermati un minuto" le sussurrai e lei si fermò. Volevo provare se la porta, che apparentemente conduceva nel ventre della piccola nave, era chiusa a chiave. Il chiavistello è andato a fondo, ma la porta si è aperta. "Vuoi entrare lì dentro? E se ci fosse qualcuno dentro?"! Mi ha indicato con ansia, e io mi sono sentito incoraggiato da questo solo per avventurarmi nell'oscurità. L'unica luce che avevo era il mio cellulare, che emetteva solo luce fioca. Si vedeva però che dietro la porta c'era una scala che portava giù. "Non vuoi venire con me? Voglio sapere cosa c'è da trovare" ho chiesto e lei si è avvicinata con una certa riluttanza.
"Ho paura!" Ma comunque ha messo la testa attraverso la porta bassa e ha guardato giù per la scala su cui ero già sceso alcuni gradini. "Perché qualcuno dovrebbe essere qui? La barca è qui da almeno due anni senza che le sia successo nulla. Dopotutto, ci passo davanti quasi tutti i giorni". Si è lasciata convincere. Lo sguardo sul suo volto mi ha detto che non era nemmeno molto spaventata. Piuttosto, mi guardava come se pensasse a una sola cosa. Come faccio a dirgli che farei qualsiasi cosa con lui adesso?" Perché questa era esattamente la sensazione che avevo. Potrei fare quasi tutto con lei. Così mi segue con attenzione. Le scale portavano ad una specie di sala macchine. C'erano valvole e manometri ovunque e molte ragnatele tra di loro.