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Diario immaginario di un bambino di quarta elementare, Cuore narra gli episodi lieti e tristi di un intero anno scolastico, inframmezzati da nove racconti esemplari in forma di dettato, tra cui i celeberrimi Piccola vedetta lombarda, Tamburino sardo, Dagli Appennini alle Ande. Una galleria di personaggi entrati saldamente nella memoria popolare e colta - come Franti, Derossi, Garrone... - anima le pagine di questo romanzo che ha ben presto travalicato i confini della letteratura per l'infanzia divenendo un vero e proprio classico.
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Cuore
di
Edmondo De Amicis
Edizione 2017 a cura di David De Angelis – tutti I diritti sono riservati
Indice dei Contenuti
OTTOBRE Il primo giorno di scuola
17, lunedì
Il nostro maestro 18, martedì
Una disgrazia 21, venerdì
Il ragazzo calabrese 22, sabato
I miei compagni 25, martedì
Un tratto generoso 26, mercoledì
La mia maestra di prima superiore 27, giovedì
In una soffitta 28, venerdì
La scuola 28, venerdì
Il piccolo patriotta padovano Racconto mensile 29, sabato
NOVEMBRE Lo spazzacamino
1, martedì
Il giorno dei morti 2, mercoledì
Il mio amico Garrone 4, venerdì
Il carbonaio e il signore 7, lunedì
La maestra di mio fratello 10, giovedì
Mia madre 10, giovedì
Il mio compagno Coretti 13, domenica
Il Direttore 18, venerdì
I soldati 22, martedì
Il protettore di Nelli 23, mercoledì
Il primo della classe 25, venerdì
La piccola vedetta lombarda Racconto mensile 26, sabato
I poveri 29, martedì
DICEMBRE Il trafficante
1, giovedì
Vanità
5, lunedì
La prima nevicata 10, sabato
Il muratorino 11, domenica
Una palla di neve 16, venerdì
Le maestre 17, sabato
In casa del ferito 18, domenica
Il piccolo scrivano fiorentino Racconto mensile
La volontà 28, mercoledì
Gratitudine 31, sabato
GENNAIO Il maestro supplente
4, mercoledì
La libreria di Stardi
Il figliuolo del fabbro ferraio
Una bella visita 12, giovedì
I funerali di Vittorio Emanuele 17, martedì
Franti, cacciato dalla scuola 21, sabato
Il tamburino sardo Racconto mensile
L'amor di patria 24, martedì
Invidia 25, mercoledì
La madre di Franti 28, sabato
Speranza 29, domenica
FEBBRAIO Una medaglia ben data
4, sabato
Buoni propositi 5, domenica
Il vaporino 10, venerdì
Superbia 11, sabato
I feriti del lavoro
13, lunedì
Il prigioniero 17, venerdì
L'infermiere di Tata Racconto mensile
L'officina 18, sabato
Il piccolo pagliaccio 20, lunedì
L'ultimo giorno di carnevale 21, martedì
I ragazzi ciechi 23, giovedì
Il maestro malato 25, sabato
La strada 25, sabato
MARZO Le scuole serali
2, giovedì
La lotta 5, domenica
I parenti dei ragazzi Lunedì, 6
Il numero 78
La distribuzione dei premi 14, marzo
Sangue romagnolo Racconto mensile
Il muratorino moribondo 18, martedì
Il conte Cavour 29, mercoledì
APRILE Primavera
1, sabato
Re Umberto 3, lunedì
L'asilo infantile 4, martedì
Alla ginnastica 5, mercoledì
Il maestro di mio padre 11, martedì
Convalescenza 20, giovedì
Gli amici operai 20, giovedì
La madre di Garrone 29, sabato
Giuseppe Mazzini 29, sabato
Valor civile Racconto mensile
MAGGIO I bambini rachitici
5, venerdì
Sacrificio.
9, martedì
L'incendio
11, giovedì
Dagli Appennini alle Ande Racconto mensile
Estate 24, mercoledì
Poesia 26, venerdì
La sordomuta 28, domenica
GIUGNO Garibaldi
3, sabato. Domani è la festa nazionale
L'esercito
11, domenica. Festa nazionale. Ritardata di sette giorni per la morte di Garibaldi
Italia
14, martedì
32 gradi
Venerdì, 16
Mio padre Sabato, 17
In campagna
19, lunedì
La distribuzione dei premi agli operai
25, domenica
La mia maestra morta
Martedì, 27
Grazie
28, mercoledì
Naufragio
Ultimo racconto mensile
LUGLIO
L'ultima pagina di mia madre 1, sabato
Gli esami
4, martedì
L' ultimo esame
7, venerdì
Addio 10, lunedì
Questo libro è particolarmente dedicato ai ragazzi delle scuole elementari, i quali sono tra i nove e i tredici anni, e si potrebbe intitolare: Storia d'un anno scolastico, scritta da un alunno di terza d'una scuola municipale d'Italia. - Dicendo scritta da un alunno di terza, non voglio dire che l'abbia scritta propriamente lui, tal qual è stampata. Egli notava man mano in un quaderno, come sapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nella scuola e fuori; e suo padre, in fin d'anno, scrisse queste pagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pensiero, e di conservare, quanto fosse possibile, le parole del figliuolo. Il quale poi, quattro anni dopo, essendo già nel Ginnasio, rilesse il manoscritto e v'aggiunse qualcosa di suo, valendosi della memoria ancor fresca delle persone e delle cose. Ora leggete questo libro, ragazzi: io spero che ne sarete contenti e che vi farà del bene.
Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s'accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta. Vicino alla porta, mi sentii toccare una spalla: era il mio maestro della seconda, sempre allegro, coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: - Dunque, Enrico, siamo separati per sempre? - Io lo sapevo bene; eppure mi fecero pena quelle parole. Entrammo a stento. Signore, signori, donne del popolo, operai, ufficiali, nonne, serve, tutti coi ragazzi per una mano e i libretti di promozione nell'altra, empivan la stanza d'entrata e le scale, facendo un ronzio che pareva d'entrare in un teatro. Lo rividi con piacere quel grande camerone a terreno, con le porte delle sette classi, dove passai per tre anni quasi tutti i giorni. C'era folla, le maestre andavano e venivano. La mia maestra della prima superiore mi salutò di sulla porta della classe e mi disse: - Enrico, tu vai al piano di sopra, quest'anno; non ti vedrò nemmen più passare! - e mi guardò con tristezza. Il Direttore aveva intorno delle donne tutte affannate perché non c'era più posto per i loro figliuoli, e mi parve ch'egli avesse la barba un poco più bianca che l'anno passato. Trovai dei ragazzi cresciuti, ingrassati. Al pian terreno, dove s'eran già fatte le ripartizioni, c'erano dei bambini delle prime inferiori che non volevano entrare nella classe e s'impuntavano come somarelli, bisognava che li tirassero dentro a forza; e alcuni scappavano dai banchi; altri, al veder andar via i parenti, si mettevano a piangere, e questi dovevan tornare indietro a consolarli o a ripigliarseli, e le maestre si disperavano. Il mio piccolo fratello fu messo nella classe della maestra Delcati; io dal maestro Perboni, su al primo piano. Alle dieci eravamo tutti in classe: cinquantaquattro: appena quindici o sedici dei miei compagni della seconda, fra i quali Derossi, quello che ha sempre il primo premio. Mi parve così piccola e triste la scuola pensando ai boschi, alle montagne dove passai l'estate! Anche ripensavo al mio maestro di seconda, così buono, che rideva sempre con noi, e piccolo, che pareva un nostro compagno, e mi rincresceva di non vederlo più là, coi suoi capelli rossi arruffati. Il nostro maestro è alto, senza barba coi capelli grigi e lunghi, e ha una ruga diritta sulla fronte; ha la
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