3,99 €
Siccome alcuno tra i miei lettori potrebbe supporre che io abbia attinto qualche mia osservazione ad altre opere del genere, sento il dovere di prevenire costui che s'ingannerebbe.Alcuno tra i miei lettori, altresì, potrebbe avere un'opinione affatto diversa dalla mia sulla interpretazione di certi sogni ed io son pronto a convenire che le sue spiegazioni contraddittorie potrebbero meritare tanto credito quanto le mie.Dico solo che anche a me sarebbe stato agevole prestare sempre ai sogni quel significato ch'essi non hanno e rendermi aggradevole ai più con la lusinga. Forse avrei agito così se nei miei lavori non avessi cercato che la notorietà e l'opulenza, come avviene dei commedianti e in genere di tutti coloro che fanno commercio della loro parola e del loro sapere.Ma questo non è il mio mestiere. Io non ho cercato mai altro che la verità, quella verità che riposa sulle-solide basi di prove indiscutibili e nel cercarla, nell'analizzarla, nel controllarla, ho chiamato sempre in mio soccorso il mio raziocinio. Né credo illudermi se suppongo aver acquistato qualche esperienza nell'interpretazione dei sogni, perché tutti i miei giorni e le mie notti, durante tutta la mia vita, io li ho spesi a meditare e a rendere penetrabile il mio spirito a questa scienza.
Das E-Book können Sie in Legimi-Apps oder einer beliebigen App lesen, die das folgende Format unterstützen:
ARTEMIDORO DA EFESO
Trattato della Interpretazione dei Sogni
Prima edizione digitale 2015 a cura di Anna Ruggieri
Scarse notizie si hanno sulla vita di Artemidoro da Efeso. Non è neanche sicuro ch'egli sia nato ad Efeso e s'ignora perfino la data esatta della sua nascita. Solo si conosce che visse in Efeso nell'epoca in cui regnava il pio Antonino, nel secondo secolo della nostra era. Nel suo trattato dell'Interpretazione dei Sogni egli anzi ha firmato il suo lavoro Artemidoro da Daldia, che è una piccola città della Lidia, patria della madre, come indica egli stesso.
Le scarse notizie che si hanno di lui vanno attribuite alla sua immensa modestia, al suo rifuggire dagli onori e dalla notorietà, così che gli autori antichi lo hanno pressoché ignorato ed è sfuggito perfino all'attenzione di Tertulliano, che lo ha omesso tra i molti cultori dell'oniromanzia e dell'onirocritica da lui citati. Eppure il suo trattato, ch'è diviso in cinque libri nell'originale greco, deve essergli costato una somma non indifferente di applicazione indefessa, di ricerche, di lavoro, d'indagini, di acume, di pazienza. Chissà quante volte l'esperienza non avrà fatto crollare una sua teoria costruita laboriosamente, costringendolo a raccogliere nuova messe di dati per poter giungere alla enunciazione di quella verità di cui si professa fervente cultore.
Il volgarizzamento del suo trattato viene a colmare una lacuna in quella branca delle scienze occulte che si chiama onirocritica, in quanto che gli unici libri del gene re che vedano la luce sono gli empirici Libri di Sogni e le Cabale, che non hanno basi serie e che appunto perciò non vengono consultati che dalle femminucce. Mentre l'onirocritica è una vera scienza, che ha avuto una volta profondi cultori e le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Gli antichi pretendevano, e non a torto, che i sogni fossero avvertimenti divini dati all'uomo e presse ogni popolo e in ogni religione troviamo orme di tale credenza. Così la Bibbia ci parla dei sogni di Faraone, di quelli di Giacobbe, di quelli di Giuseppe, per non citare che eventi noti anche ai meno colti. E anche oggi gli spiriti più illuminati non possono negare che spesso i sogni non rechino alcun avvertimento e che sieno non privi del tutto di significato.
Certo l'onirocritica, cioè l'arte d'interpretare i sogni, mentre l’orinomanzia non è che l'investigazione degli aspetti sotto cui si è manifestato il sogno, è una scienza difficile, e tale di per sé stessa da conglobare tutta l'arte divinatoria. Artemidoro da Efeso la possedeva intera, avendo ad essa dedicato l'intera esistenza e il suo, trattato è veramente monumentale nel suo genere.
La presente edizione della sua opera è fatta sulla traduzione italiana accuratissima stampata in Venezia dal Ferrari nel 1547 e costituisce un suo rifacimento, che osiamo, con poca modestia, giudicare felice.
Se una riproduzione integrale poteva offrire il pregio di riuscire accetta al dotto e al bibliofilo, avrebbe presentato non pochi inconvenienti, non ultimo dei quali la mancanza di praticità pel semplice consultatore. Infatti i cinque libri originali di Artemidoro sono divisi in capitoli frammentari e non ordinati e la materia già trattata in parte in uno dei libri viene ripresa in un altro libro. In tal modo le ripetizioni abbondano, le idee del lettore non giungono a raccogliersi, né egli può avere sottocchio in un tempo quanto riguarda una data voce. Sono frequentissime poi le citazioni e le dissertazioni mitologiche, che oggi costituirebbero un anacronismo e mancherebbero d'interesse e di utilità per chi non è possibile che oggi veda apparirgli in sogno il tonitruante Giove o la saggia Pallade.
Abbiamo quindi raggruppato in principio tutte le nozioni generiche sparse nel corso dei cinque libri e classificato sotto voci singole tutta la parte divinatoria, anche oggi veramente interessante. E queste singole voci le abbiamo disposte in ordine alfabetico, facilitandone cosi la ricerca e non costringendo il consultatore a scorrere tutto il volume per beccare qua e là le notizie disseminate un po' ovunque intorno al medesimo argomento. Con ciò l'opera non viene affatto ad assumere il carattere d'un volgare dizionario dei sogni, come il lettore accorto potrà constatare.
Le singole voci poi, che vengono a formare altrettanti capitoli, offrono a loro volta in ordine alfabetico le suddivisioni in cui si scompongono. Così la voce Animali, ad esempio, che costituisce un unico capitolo, presenta, disposte alfabeticamente, le suddivisioni: Animali domestici; animali selvaggi, ecc.
Non per farci merito, certo il lavoro, senza che ne sia rimasto alterato lo spirito informativo dell'originale, è adatto così a poter essere con efficacia e rapidità consultato da ogni cultore dell'oniromanzia e dell'onirocritica e destinato a rendere efficaci servigi anche al semplice curioso.
Non ci resta che chiederne indulgenza all'ombra di Artemidoro, che nel Preambolo del suo terzo libro, che appresso riportiamo, raccomandava di nulla aggiungere e di nulla togliere all'opera sua.
Siccome alcuno tra i miei lettori potrebbe supporre che io abbia attinto qualche mia osservazione ad altre opere del genere, sento il dovere di prevenire costui che s'ingannerebbe.
Alcuno tra i miei lettori, altresì, potrebbe avere un'opinione affatto diversa dalla mia sulla interpretazione di certi sogni ed io son pronto a convenire che le sue spiegazioni contraddittorie potrebbero meritare tanto credito quanto le mie.
Dico solo che anche a me sarebbe stato agevole prestare sempre ai sogni quel significato ch'essi non hanno e rendermi aggradevole ai più con la lusinga. Forse avrei agito così se nei miei lavori non avessi cercato che la notorietà e l'opulenza, come avviene dei commedianti e in genere di tutti coloro che fanno commercio della loro parola e del loro sapere.
Ma questo non è il mio mestiere. Io non ho cercato mai altro che la verità, quella verità che riposa sulle-solide basi di prove indiscutibili e nel cercarla, nell'analizzarla, nel controllarla, ho chiamato sempre in mio soccorso il mio raziocinio. Né credo illudermi se suppongo aver acquistato qualche esperienza nell'interpretazione dei sogni, perché tutti i miei giorni e le mie notti, durante tutta la mia vita, io li ho spesi a meditare e a rendere penetrabile il mio spirito a questa scienza.
Prima di accomiatarmi, rivolgo ora una preghiera al lettore. Ch'egli nulla aggiunga e nulla tolga all'opera mia. Perché chiunque si sentisse capace di aggiunzioni, farebbe miglior lavoro compilando un libro suo personale e chiunque giudicasse l'opera mia ripiena di superfluità, rimuovendole, potrebbe danneggiare chi non fosse del suo parere.
Alcuni sogni rappresentano un'immagine semplice e diretta dell'avvenimento che presagiscono. Altri invece non mostrano che simboli di cui occorre interpretare il senso e le cose o gli avvenimenti veduti in questa specie di sogni hanno un significato nascosto.
Io definirò dunque il sogno, in modo generale: un movimento o un atteggiamento dell'anima che, sotto i più diversi aspetti, annunzia il bene o i mali futuri.
I sogni di cui l'attore è la persona stessa che li vive, non concernono che lui stesso. Ma la visione di parti del corpo può indicare altresì avvenimenti che riguardino altre persone, tenuto conto delle condizioni della visione e dell'impiego di tali parti. Nei sogni allegorici la testa significa il padre, la mano destra la madre, la sinistra la moglie, la fidanzata, la figlia, o l'amante del sognatore.
I sogni in cui prendiamo parte attiva o che esteriorizzano le nostre sensazioni, vale a dire i sogni che si compiono in noi, ci riguardano direttamente. Quelli invece in cui per volontà nostra, o per nostra ispirazione, agiscono altre persone, vale a dire i sogni che si compiono verso di noi, ci riguardano solo in modo riflesso. E ove si tratti di persone amiche e le loro azioni ci sieno favorevoli, ne presagiscono lieti eventi e ove invece le loro azioni ci sieno sfavorevoli, ne avremo presagio di pene e di tristezze. Se gli attori invece sono persone nemiche o ostili, le loro premure ci saranno origine di contrarietà, mentre le vessazioni o i mali che c'infliggessero ci sarebbero apportatori di lieti eventi.
Alcuni sogni ci mostrano avvenimenti considerevoli e gli effetti ne saranno egualmente considerevoli; altri, dai particolari impressionanti, non presagiscono invece che meschini eventi. Ugualmente visioni comuni possono apportare conseguenze comuni, ma talora altresì conseguenze capitali. Cosi un tale sognò d'avere le ali, di volare e di dirigersi verso un determinato luogo. Costui dovette poi espatriare in lontani paesi, dove arricchì rapidamente, giustificando quanto si suoi dire del ricco, ch'egli abbia, cioè, le ali. Un altro tale sognò di aver dimenticato il suo nome: egli perdette l'unico figlio, cadde in miseria, fu trascinato davanti ai tribunali e condannato. Riuscì poi a fuggire, ma, per porre termine alle sue sciagure, fu infine costretto a impiccarsi e a porsi nella categoria di coloro di età non si pronuncia più il nome nemmeno nei banchetti funebri. Un tizio sognò che i suoi occhi erano diventati d'oro massiccio e presto accecò. Un altro che giocava ai dadi con una divinità e vinceva e fu poi tanto perseguitato da dover fuggire e rifugiatosi in un albergo, il soffitto crollò sul suo capo.
I sogni possono ancora essere classificati: sogni apportatori di liete visioni a lieti risultati; sogni gradevoli, ma dalle conseguenze nefaste; sogni che agitano tetre visioni e realizzano tristi eventi; sogni dolorosi eppure fecondi di buone conseguenze.
Colui che scorgerà divinità festevoli e ridenti, che largheggeranno in doni e in buone parole, — anche nel caso in cui si tratti non di divinità in persona, ma di statue o dipinti che le raffigurino; — colui che scorgerà suo padre, sua madre, i suoi amici, i suoi famigliari, tutti coloro insomma che compongono la sua famiglia, in simili disposizioni di spirito, ne avrà ricchezze, salute resistente, miglioramenti nelle sue condizioni. In linea generale, le apparizioni capaci di per sé stesse di rallentare il dormente, provocano fausti eventi. Lo stesso dicasi, sempre in generale, delle apparizioni dolorose e colui che si vedrà, per esempio, cadere in un precipizio o tra le mani di malfattori, che vedrà crollare la sua casa, che sarà ammalato in sogno, non ne avrà che tristi conseguenze, perché l'anima prevede gli avvenimenti funesti e ce ne avverte.
Questi sono i sogni a visioni e effetti concordanti.
Ecco ora alcuni esempi di sogni a visioni favorevoli e effetti disastrosi. Un tizio sognò una notte d'essere seduto a banchetto con un nume e l'indomani fu arrestato. Il fatto d'esser l'ospite d'un Dio era nonpertanto aggradevole, mentre la prigione e le catene non Io sono affatto. Un altro tale sognò che riceveva due pani in dono dal sole e morì due giorni dopo.
Ecco infine esempi di sogni a visioni inquietanti e d'effetto felice. Un povero, un servo, un marinaio e un soldato, sognano, supponiamo, d'esser colpiti dalla folgore. Il primo acquisterà qualche agiatezza, il secondo sarà emancipato, il terzo sarà favorito dai venti e il quarto si ammoglierà.
Esser fulminato era intanto una visione spaventevole. Pure avrà generato avvenimenti vantaggiosi.
Coloro che avranno indirizzato qualche supplica alla divinità e faranno un sogno contrario ai loro desideri, s'ingannerebbero non attribuendo alcun significato a un tale sogno. Quando però le immagini apparse non concordassero affatto con la richiesta e non avessero con questa alcun punto di riferimento, allora tali visioni vengono dette bizzarre. I sogni divini invece sono quelli dati al dormente che non abbia nulla impetrato dalla divinità e, secondo i casi, possono essere favorevoli o funesti.
Si è altresì presa l'abitudine di chiamare divini tutti i sogni che non siano naturali e che escano dal comune. Per giudicare d'un sogno e stabilirne le conseguenze, l'interpretatore, d'ordinario, dovrà considerarli dal principio alla fine. Talora però dovrà procedere all'inverso, e le ultime circostanze del sogno possono delucidare le visioni oscure del principio e delucidarlo per intero.
Le supposizioni si rendono necessarie per giudicare di quei sogni così ingarbugliati da non presentare né capo né coda, proprio come, al ricostruttore d'un documento lacero o monco, occorre intuire le parole o le frasi mancanti, nel testo sottoposto al suo esame.
L'interpretatore dei sogni dovrà anzitutto essere un uomo dotto e dovrà saper utilizzare con prudenza le sue cognizioni, non senza prima aver bene riflettuto. Egli dovrà assolutamente evitare ogni errore iniziale, perché un errore, anche lieve in principio, non farà che ingrossarsi per via e aggravarsi sino a snaturare completamente il significato riposto della visione.
Bisogna altresì ch'egli si guardi dallo spiegare un sogno di cui non gli sieno note tutte le circostanze, perché un giudizio perfetto non può riposare che sullo studio di tutte le fasi del sogno e non di una sola. Né deve pronunciarsi su ciò che non arriva a comprendere e deve pesare le sue parole, senza di che ne potrebbe derivar biasimo a sé stesso e danno al consultante. Se almeno egli annunziasse dispiaceri all'interessato e a questi ne venissero gioie, il male non sarebbe troppo grande. Ma il contrario è altresì possibile.
Cosa di somma importanza, l'interpretatore non dovrà omettere di conoscere lo stato d'animo in cui s'è trovato il dormente durante il sonno.
Per giudicare dei sogni che non hanno cause apparenti e ben definite è necessario che l'interpretatore conosca se sieno stati fatti di giorno e di notte perché le risultanti ne sono ben diverse a seconda che siano stati effettuati durante le ore diurne o quelle notturne.
Occorrerà altresì informarsi della natura e della quantità degli alimenti ingeriti dal sognatore prima di coricarsi, perché un nutrimento troppo copioso o indigesto ottenebra altera le visioni verificatesi verso l'aurora.
E' indispensabile infine conoscere chi sia il consultante, quale sia il suo stato sociale, quali le sue origini e la sua nascita, quali le sue caratteristiche corporali, quale la stia età.
Il sogno deve essere esposto dall'interessato fedelmente e sinceramente, perché l'alterazione della pili: piccola circostanza vale a modificare gli effetti, come verrà più avanti dimostrato.
E se dopo avere osservato scrupolosamente tutte queste norme, l'interpetatore s'ingannasse, non dovrebbe prendersela che con la scarsezza delle sue cognizioni in materia.