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Fin dai suoi esordi, che risalgono agli anni settanta, la psicologia prenatale si è posta il problema, annunciato dallo stesso Freud in più occasioni, di andare oltre l’evento della nascita con i suoi traumi e implicazioni, per scoprire i misteri racchiusi nei nove mesi della gestazione, considerati per molto tempo come una sorta di condizione paradisiaca che consentiva al bambino di vivere in uno stato di beatitudine; beatitudine che avrebbe perso con la venuta al mondo e che avrebbe poi disperatamente ricercato.Si è osservato, invece, che il nascituro manifesta delle reazioni e dei comportamenti altamente individuali con tratti della personalità che continuano dopo la nascita; che esso stabilisce delle relazioni assai complesse con l’ambiente intra- ed extrauterino; che comunica con il fratello gemello, con la madre, con il padre e con altre persone e che è in grado di ascoltare, apprendere e memorizzare con grande sensibilità e competenza.Nei mesi della gestazione, il bambino vive immerso in un mondo di stimoli multiformi che orientano le tappe del suo sviluppo neurofisiologico, accanto ad un mondo variegato di emozioni che accompagnano le tappe affettive del suo sviluppo mentale.Quindi, se da una parte la struttura genetica del concepito con il suo progetto di vita garantisce il processo dell’ontogenesi, dall’altra la sua libera e non predeterminata interazione con l’ambiente nel quale è immerso può favorire o inibire lo sviluppo e la maturazione a seconda delle condizioni in cui vive. Ed è proprio passeggiando tra affascinanti pagine di libri sulla vita prenatale, sulla regressione della memoria, che si è potuto constatare l’importanza dei nove mesi, sicuramente il periodo più importante della vita di ogni essere umano.In questo periodo il concepito forma il suo corpo, costruisce i suoi primi rapporti, inizia le prime comunicazioni e vive le sue prime esperienze; esperienze che gli consentono di muovere i primi passi nella vita.In una prima parte si pone, quindi, l’attenzione sul concepimento, sulle prime fasi dello sviluppo e sulla sensorialità fetale, sulla ricerca clinica per arrivare poi a riportare alcuni esempi di ricordi della nascita (attraverso la regressione della memoria) ed infine sul bambino ed il genitore. Bisogna amare il proprio figlio e dimostrarglielo. Durante la sua crescita, la disponibilità all’ascolto e l’osservazione effettuata con serenità e pazienza consente al genitore di entrare nel mondo interiore del figlio e conoscere le sue necessità, per capire di cosa ha veramente bisogno in quel momento. Ciò diventa facile se il genitore riesce a svuotarsi del proprio senso di pienezza e di superiorità e a considerare il figlio una persona, un essere umano al suo pari, con il quale condividere l’esistenza.Riconoscere che solo lui e lui solo è il protagonista della sua vita e che noi possiamo solo accompagnarlo, se lui vuole, in questo cammino fino a quando non riesce a prendere il volo con le sue ali.
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IL BAMBINO PRIMA E DOPO IL PARTO SENSI, SENSAZIONI E SENSORIALITA DEL NASCITURO
AA.VV.
Copiright 2015 © Tutti i diritti riservati Cover
eBook by ePubMATIC.com
INDICE
INTRODUZIONE
LA MAGIA DEL CONCEPIMENTO
IL TATTO
L’OLFATTO
IL GUSTO
L’UDITO
LA VISTA
LA RICERCA CLINICA
I BAMBINI PICCOLI RICORDANO
RICORDI CHE COINCIDONO
ALCUNI ESEMPI
LA VITA IN SALA PARTO
LE FORTI SENSAZIONI RELATIVE ALLA NURSERY
UN NUOVO INCONTRO CON LA MAMMA
I TRANELLI
IL RIFIUTO
LE CICATRICI CAUSATE DA CRITICHE
IL BAMBINO PER IL GENITORE
IL FIGLIO FANTASMATICO E REALE, IDEALIZZATO E VERO
COSA FARE
INTRODUZIONE
Fin dai suoi esordi, che risalgono agli anni settanta, la psicologia prenatale si è posta il problema, annunciato dallo stesso Freud in più occasioni, di andare oltre l’evento della nascita con i suoi traumi e implicazioni, per scoprire i misteri racchiusi nei nove mesi della gestazione, considerati per molto tempo come una sorta di condizione paradisiaca che consentiva al bambino di vivere in uno stato di beatitudine; beatitudine che avrebbe perso con la venuta al mondo e che avrebbe poi disperatamente ricercato, senza riuscire facilmente a ritrovare e rivivere nel corso della vita.
Le continue conquiste effettuate nel campo della vita prenatale, grazie anche ad una tecnologia biomedica sempre più perfezionata e ad una metodologia della ricerca sempre più precisa, hanno consentito di indagare nel mondo intra-uterino e di scoprire che esso, come dice David Chamberlain, è un mondo complesso, variabile e imprevedibile, e paragonabile, anche se in termini diversi, a quello dell’adulto.
Si è osservato che il nascituro manifesta delle reazioni e dei comportamenti altamente individuali con tratti della personalità che continuano dopo la nascita; che esso stabilisce delle relazioni assai complesse con l’ambiente intra- ed extrauterino; che comunica con il fratello gemello, con la madre, con il padre e con altre persone e che è in grado di ascoltare, apprendere e memorizzare con grande sensibilità e competenza.
Nei nove mesi della gestazione, il bambino vive immerso in un mondo di stimoli multiformi che orientano le tappe del suo sviluppo neurofisiologico, accanto ad un mondo variegato di emozioni e affetti che accompagnano le tappe affettive del suo sviluppo mentale.
Quindi, se da una parte la struttura genetica del concepito con il suo progetto di vita garantisce il processo dell’ontogenesi, dall’altra la sua libera e non predeterminata interazione con l’ambiente nel quale è immerso può favorire o inibire lo sviluppo e la maturazione a seconda delle condizioni in cui si trova a vivere.
Ed è proprio passeggiando tra affascinanti pagine di libri sulla vita prenatale, sulla regressione della memoria, ma soprattutto passeggiando nel mio mondo interiore che ho potuto constatare l’importanza dei nove mesi, sicuramente il periodo più importante della vita di ogni essere umano.
In questo periodo il concepito forma il suo corpo, costruisce i suoi primi rapporti, inizia le prime comunicazioni e vive le sue prime esperienze; esperienze che gli consentono di muovere i primi passi nella vita.
Siamo nella fase in cui vengono messe le basi per la realizzazione delle condizioni di salute e malattia, dello stato di futuro benessere e di malessere attraverso le esperienze maturate in buona parte nell’ambiente materno, famigliare, sociale e naturale.
In una prima parte ho voluto porre la mia attenzione sul concepimento, sulle prime fasi dello sviluppo e sulla sensorialità fetale, sulla ricerca clinica per arrivare poi a riportare alcuni esempi di ricordi della nascita(attraverso la regressione della memoria) ed infine il bambino per il genitore e alcune riflessioni personali sulla mia esperienza personale.
LA MAGIA DEL CONCEPIMENTO
L’EDUCAZIONE DEL BAMBINO INIZIA CON IL CONCEPIMENTO, INFATTI LO STATO FISICO E MENTALE DEI GENITORI AL MOMENTO DEL CONCEPIMENTO SI RIPRODUCONO NEL BAMBINO.
Pensiamo per un attimo a tutto quello che avviene prima e durante il concepimento: le circostanze devono essere perfette, una goccia nel mare.
E tutto questo quindi non è per caso, ci vuole scelta, progetto, sintonia per confermare un concepimento.
Anche se non lo riconosciamo cognitivamente o avviene a nostra insaputa, un concepimento ha volontà di vita a livello cellulare, ci vuole forza vitale perché il miracolo si compia.
In un suo libro David Chamberlain riporta l’esperienza di LeAnn:
Da qualche tempo LeAnn stava riportando sul calendario la sua temperatura basale e i periodi fertili.
Una notte, dopo aver fatto l’amore con suo marito, mentre giaceva in uno stato di dormi veglia, ebbe la netta sensazione che qualcosa di spirituale stesse accadendo al suo corpo.
Al suo risveglio, il mattino dopo, annunciò: “Avremo un bambino”.