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Haben Sie mal 5 Minuten? - Dann lesen Sie los! - Lernen Sie mit 20 kurzen und einfachen Geschichten Italien und seine Bewohner kennen. - Unbekannte Wörter? Kein Problem. Erschließen Sie neue Wörter und Wortfamilien mit anschaulichen und liebevoll illustrierten Mind-Maps – einfacher geht's nicht! - Über die Fußnoten können Sie zudem direkt zur Übersetzung am Ende des Kapitels springen und wieder zurück zur Geschichte.
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Seitenzahl: 87
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Die Geschichten
Perfekt für 5 Minuten!In diesem Buch finden Sie 20 kurze italienische Geschichten, mit denen Sie wunderbar jede Pause, Wartezeit oder Busfahrt verkürzen können.
Mit locker-leichten Geschichten lernen Sie den italienischen Alltag kennen und erweitern mühelos Ihren Italienisch-Wortschatz zu grundlegenden Themen.
Lesefreundlich! Über die Fußnoten können Sie direkt zur Übersetzung am Ende des Kapitels springen und wieder zurück zur Geschichte, z.B.: casa[1]. Manche Wörter sind farblich markiert. Das sind Wörter, die in den Mind-Maps auftauchen. Dazu mehr auf der nächsten Seite!
Die Mind-Maps
Das wird Ihr Gehirn lieben!Unser Gehirn freut sich über Strukturen. Es sortiert Dinge gerne in Gruppen ein, da es sie sich so leichter merken kann.
Wortfelder statt ListenAuch Wörter lassen sich in thematisch zusammenhängen den Gruppen viel einfacher lernen und merken als in umfangreichen Listen.
Natürlicher Gedankengang
INHALT
1 Colazione al bar
MIND-MAP: la colazione al bar
2 In taxi
MIND-MAP: in taxi
3 Al ristorante
MIND-MAP: al ristorante
4 Lezione di matematica
MIND-MAP: la scuola
5 Al mercato
MIND-MAP: al mercato
6 Una giornata tipo
MIND-MAP: una giornata tipo
7 Troppo tempo libero
MIND-MAP: il tempo libero
8 Appuntamento al buio
MIND-MAP: l’appuntamento
9 Treni d’amore
MIND-MAP: alla stazione
10 Da grande
MIND-MAP: il lavoro
11 Dove sono le mie mutande?
MIND-MAP: in casa
12 Un’odissea lungo l’Italia
MIND-MAP: viaggiare
13 Ritratto di famiglia
MIND-MAP: Natale in famiglia
14 Dov’è il Colosseo
MIND-MAP: le indicazioni stradali
15 Ufficio casting
MIND-MAP: l’aspetto fisico
16 Un pomeriggio di shopping
MIND-MAP: lo shopping
17 Casa di studenti
MIND-MAP: la vita universitaria
18 Classe 1998
MIND-MAP: il carattere
19 Una serata tra amici
MIND-MAP: le vacanze
20 Un compleanno da ricordare
MIND-MAP: il compleanno
1 Colazione al bar
Parcheggio l’auto.
Prima faccio colazione al bar e poi vado in ufficio.
Ma è già così tardi[1]…
Entro e saluto: “Ciao Carlo!”. Il barista[2] è un ragazzo alto e sempre sorridente[3].
“Buongiorno, signora bella! Porto questi due caffè macchiati[4] al tavolino[5] e arrivo subito!”, mi risponde.
Il bar è piccolo e rumoroso[6], ma molto allegro[7]. Ci sono solo tre tavolini e tanta gente al bancone[8]. Amo fare colazione qui.
“Solo un momento! Un espresso[9] e un decaffeinato[10] per i signori... e una spremuta[11] qui!”, conclude Carlo.
“Ma la colazione di Riccardo?”, dice una mamma. Il bambino si allunga[12], ma non arriva[13] al bancone.
“La torta[14] e il succo di frutta[15] per Riccardo sono qui”, sorride il barista. Carlo è davvero un ragazzo gentile, conosce i gusti di tutti i clienti[16].
“Allora, signora bella, cosa desidera[17]?”, mi chiede.
“Un cappuccino[18] e un cornetto[19]”.
“Abbiamo il cornetto alla crema oppure l’integrale al miele[20]”.
“Un integrale al miele, grazie”, rispondo.
“Ecco a lei![21]”, mi dice Carlo.
“Sei a dieta?”, mi chiede la mia parrucchiera[22]. Anche lei fa colazione qui. Mi guarda dalla testa ai piedi, ma soprattutto dalla pancia[23] alle cosce[24].
“Oh, ciao, Marina, come stai? No, non sono a dieta...”, le rispondo.
“Io tutto bene. Ma tu? Non ti vedo da un po’...”, mi fissa[25] i capelli[26].
“È un periodo difficile con il lavoro...”, rispondo.
“Ecco il cappuccino! Con un bel cuore di cioccolata per la signora bella!”, dice Carlo allegro. Io invece sono nervosa e non ho appetito.
Allora lascio il cornetto sul piattino[27], bevo[28] il cappuccino e corro via[29]. “Ciao Marina, ciao Carlo!”.
Alla cassa[30] Anna mi guarda: “Ma signora...”.
“Sì, grazie, tieni il resto”.
Improvvisamente mi sento grassa[31]. E ho una giornata di lavoro molto pesante. Metto gli occhiali da sole. Vado verso l’ufficio. Incrocio[32] un uomo. Lui mi fissa con un sorriso strano. “Ma che cosa vuole? Perché mi guarda così? Che stupido!”, penso.
Poi vedo due ragazzine, mi guardano e ridono. “Ma che cosa ha la gente oggi?”, sono sempre più nervosa e odio[33] tutti.
“Mamma, guarda quella signora!!!”, un bambino piccolo mi indica[34] con il dito. La madre lo rimprovera:[35] “Ssshhh!!!”.
“Ma che cosa vogliono tutti da me?”, penso.
Finalmente arrivo in ufficio. Sbatto[36] la porta. La segretaria mi guarda sorpresa: “Buongiorno, dottoressa... ma...”.
“Buongiorno, Cinzia. Per favore voglio stare tranquilla nel mio ufficio per mezz’ora”.
“Va bene, dottoressa! Ma che cosa...?”, insiste la segretaria.
“Niente! Niente! Voglio stare da sola!”, a volte Cinzia non capisce.
Nel mio ufficio lascio borsa e chiavi su una poltrona.
Vado in bagno. Alzo lo sguardo sullo specchio[37] e finalmente mi vedo.
Una maschera[38] di Carnevale. No.
Un mostro. No.
Una pazza[39] appena uscita da una clinica psichiatrica: sulla bocca ho degli enormi baffi[40] di schiuma di latte[41]!
2 In taxi
Ian arriva all’aeroporto[1] di Fiumicino a Roma in un caldo pomeriggio di agosto. Ha una valigia[2] molto grande e uno zaino[3] in spalla. Esce dall’aeroporto e vede una lunga fila[4] di persone: tutti aspettano[5] un taxi.
Ian è stanco e ha caldo. Lo zaino è pesante[6], si siede sulla valigia. Bene: aspettare così è meno faticoso[7].
Dopo quasi un’ora finalmente sale[8] sul taxi. Mette lo zaino sul sedile[9] accanto a lui.
“Buonasera! Dove vuole andare?”, dice il tassista.
“Buonasera, all’albergo[10] Quirinale, per favore”.
“Perfetto, so dov’è. È in pieno centro storico[11]!”, risponde il tassista. “È a Roma per lavoro o in vacanza?”.
“Sono un pittore[12], voglio studiare l’arte italiana... e anche un po’ d’italiano”.
“Ma lei parla bene l’italiano!”.
“Grazie, ma non sono molto sicuro…”.
“Allora parliamo! La strada è lunga e a Roma c’è sempre molto traffico[13]”.
“Possiamo darci del tu[14]?”.
“Certo, con piacere”, risponde il tassista.
“Io mi chiamo Ian, sono tedesco[15], di Berlino. Tu come ti chiami?[16]”.
“Guido”.
“Scusa, forse la domanda[17] non è giusta… come si dice in italiano Wie heißt du? Il tuo nome?”, dice Ian confuso.
“Lo so, è divertente[18]: mi chiamo Guido e guido[19] il taxi!”, sorride il tassista.
“Davvero molto divertente!”, Ian ride.
Il viaggio in taxi dura quasi un’ora, ma sembra più breve[20]: Guido e Ian parlano di tante cose.
“Dove abiti?[21]”, chiede Ian.
“Abito a Trastevere, un quartiere di Roma molto pittoresco. Ma non sono italiano…”, risponde il tassista.
“Davvero?”.
“Sì, sono francese[22], ma abito in Italia da tanti anni…”.
“Interessante!”.
“Bene, ecco l’albergo Quirinale. Sono 45 euro”, dice il tassista.
In quel momento, Ian ricorda una cosa molto importante: “Oh no, la mia valigia è rimasta[23] in aeroporto! Per favore Guido, torniamo indietro!”.
Ian è molto triste[24]. Nella valigia c’è tutta la sua vita.
In aeroporto Ian va all’ufficio degli oggetti smarriti[25] ed è molto fortunato: trova la sua valigia!
Torna al taxi. Guido mette la valigia nel portabagagli[26] e riparte.
“Mi dispiace[27], tante ore in taxi sono care…”, dice il tassista.
“Non c’è problema! L’importante[28] è avere la mia valigia”.
All’albergo Quirinale, Guido ferma il taxi, scende[29] e apre il portabagagli per la valigia. “Ian, ti auguro[30] un bel soggiorno[31] a Roma!”, dice.
“Grazie Guido, anche per la chiacchierata[32] in italiano!”, risponde Ian.
“Ti faccio un piccolo sconto[33], sei simpatico!”, dice Guido.
“Grazie, sei molto gentile. Ciao!”.
“Ciao, Ian!”.
Finalmente in albergo, Ian chiede la sua stanza[34] al receptionist.
“Buongiorno, signore! Abbiamo la sua prenotazione[35], perfetto. Posso avere i suoi documenti[36]?”.
“Certo, sono nello zaino...”.
Nello zaino sul sedile del taxi di Guido!