Medianità poliglotta (Xenoglossia) - Ernesto Bozzano - E-Book

Medianità poliglotta (Xenoglossia) E-Book

Ernesto Bozzano

0,0
3,99 €

oder
-100%
Sammeln Sie Punkte in unserem Gutscheinprogramm und kaufen Sie E-Books und Hörbücher mit bis zu 100% Rabatt.
Mehr erfahren.
Beschreibung

Il termine «xenoglossia» venne proposto dal professore Richet allo scopo di distinguere in modo preciso la «medianità poliglotta» propriamente detta, in cui i mediums parlano o scrivono in lingue da essi totalmente ignorate, e talora ignorate da tutti i presenti, dai casi affini, ma radicalmente diversi, di «glossolalia», in cui i soggetti sonnambolici parlano o scrivono in pseudo-lingue inesistenti, elaborate nei recessi delle loro subcoscienze: pseudo-lingue che qualche volta risultano organiche, in quanto sono rette da regole grammaticali. Non è il caso di occuparci di questi ultimi fenomeni, i quali sono d'ordine sonnambolico-ipnotico, e non hanno nulla di comune con la «medianità poliglotta», così come non hanno nulla di comune con le manifestazioni metapsichiche in genere, per quanto accada che incidenti di «glossolalia» vengano talora a intercalarsi in genuine manifestazioni supernormali; ciò che non dovrebbe sorprendere, giacché le interferenze subcoscienti non possono evitarsi in qualsiasi branca della metapsichica, e ciò fino a quando non siano meglio conosciute le leggi psico-fisiche che differenziano gli stati medianici da quelli sonnambolici. Dal punto di vista teorico, la «medianità poliglotta» risulta una delle manifestazioni più importanti della casistica metapsichica, giacché per essa vengono eliminate di un colpo tutte le ipotesi a disposizione di chi volesse provarsi a darne ragione senza dipartirsi dai poteri supernormali inerenti alla subcoscienza umana; con la conseguenza che l'interpretazione dei fatti in senso spiritualista s'impone questa volta in guisa razionalmente inevitabile; vale a dire che per opera dei fenomeni di «xenoglossia» deve ritenersi provato l'intervento nelle esperienze medianiche di entità spirituali estrinseche al medium ed ai presenti. Non ignoro che i propugnatori ad ogni costo dell'origine subcosciente di tutta la fenomenologia metapsichica, non pervenendo a spiegare le manifestazioni in esame con le ipotesi di cui dispongono, ne formularono timidamente un'altra, che si denomina la «memoria ancestrale», secondo la quale i mediums sarebbero in grado di conversare in una lingua totalmente ignorata in quanto qualcuno dei loro antenati avrebbe appartenuto a quel popolo di cui essi parlano la lingua; nel qual caso dovrebbe presumersi che le condizioni medianiche facciano scaturire dalle stratificazioni di una ipotetica memoria ancestrale subcosciente, la conoscenza plenaria della lingua parlata dall'antenato del medium.Questo testo, nella sua completezza, offre al lettore tutti gli elementi necessari per uno studio approfondito della materia trattata.

Das E-Book können Sie in Legimi-Apps oder einer beliebigen App lesen, die das folgende Format unterstützen:

EPUB
Bewertungen
0,0
0
0
0
0
0
Mehr Informationen
Mehr Informationen
Legimi prüft nicht, ob Rezensionen von Nutzern stammen, die den betreffenden Titel tatsächlich gekauft oder gelesen/gehört haben. Wir entfernen aber gefälschte Rezensionen.



MEDIANITA' POLIGLOTTA (XENOGLOSSIA)

ERNESTO BOZZANO

Prima edizione digitale 2015 a cura di Anna Ruggieri

INDICE

Introduzione

Categoria I.

Casi di xenoglossia conseguiti con l'automatismo parlante e la medianità auditiva

Categoria II.

Casi di xenoglossia conseguiti con l'automatismo scrivente (psicografia)

Categoria III.

Casi di xenoglossia con la voce diretta

Categoria IV.

Casi di xenoglossia con la scrittura diretta

Conclusione

INTRODUZIONE

Il termine «xenoglossia» venne proposto dal professore Richet allo scopo di distinguere in modo preciso la «medianità poliglotta» propriamente detta, in cui i mediums parlano o scrivono in lingue da essi totalmente ignorate, e talora ignorate da tutti i presenti, dai casi affini, ma radicalmente diversi, di «glossolalia», in cui i soggetti sonnambolici parlano o scrivono in pseudo-lingue inesistenti, elaborate nei recessi delle loro subcoscienze: pseudo-lingue che qualche volta risultano organiche, in quanto sono rette da regole grammaticali. Non è il caso di occuparci di questi ultimi fenomeni, i quali sono d'ordine sonnambolico-ipnotico, e non hanno nulla di comune con la «medianità poliglotta», così come non hanno nulla di comune con le manifestazioni metapsichiche in genere, per quanto accada che incidenti di «glossolalia» vengano talora a intercalarsi in genuine manifestazioni supernormali; ciò che non dovrebbe sorprendere, giacché le interferenze subcoscienti non possono evitarsi in qualsiasi branca della metapsichica, e ciò fino a quando non siano meglio conosciute le leggi psico-fisiche che differenziano gli stati medianici da quelli sonnambolici. Dal punto di vista teorico, la «medianità poliglotta» risulta una delle manifestazioni più importanti della casistica metapsichica, giacché per essa vengono eliminate di un colpo tutte le ipotesi a disposizione di chi volesse provarsi a darne ragione senza dipartirsi dai poteri supernormali inerenti alla subcoscienza umana; con la conseguenza che l'interpretazione dei fatti in senso spiritualista s'impone questa volta in guisa razionalmente inevitabile; vale a dire che per opera dei fenomeni di «xenoglossia» deve ritenersi provato l'intervento nelle esperienze medianiche di entità spirituali estrinseche al medium ed ai presenti. Non ignoro che i propugnatori ad ogni costo dell'origine subcosciente di tutta la fenomenologia metapsichica, non pervenendo a spiegare le manifestazioni in esame con le ipotesi di cui dispongono, ne formularono timidamente un'altra, che si denomina la «memoria ancestrale», secondo la quale i mediums sarebbero in grado di conversare in una lingua totalmente ignorata in quanto qualcuno dei loro antenati avrebbe appartenuto a quel popolo di cui essi parlano la lingua; nel qual caso dovrebbe presumersi che le condizioni medianiche facciano scaturire dalle stratificazioni di una ipotetica memoria ancestrale subcosciente, la conoscenza plenaria della lingua parlata dall'antenato del medium. Per la storia, giova ricordare che l'ipotesi della «memoria ancestrale» venne proposta originariamente dalla dottoressa russa Maria Manaceine, ma con l'intento molto più circoscritto di spiegare un altro fenomeno mnemonico assai discusso: quello dell'emergenza di ricordi di eventi che in realtà non occorsero mai nella vita del soggetto che li ricorda; fenomeno che la Manaceine, dopo il Letourneau, si provò a spiegare estendendo l'influenza della legge di eredità anche ai fenomeni della memoria, ma unicamente in forma dell'emergenza di eventi frammentari occorsi agli antenati. Come si vede, la concezione originaria della dottoressa in discorso, per quanto audace, era pur sempre legittima, e poteva discutersi. Non così certamente per l'estensione assurda e fantastica che si vorrebbe ora accordare alla medesima ipotesi; estensione che però fu proposta con insolita circospezione, la quale testificava che colui che la proponeva allo scopo di liberarsi a qualunque costo dall'invadenza intempestiva dell'ipotesi spiritica, aveva piena consapevolezza di lanciare un'ipotesi impossibile. Così essendo, non mi sembra il caso di prenderla sul serio; ma, in ogni modo, osservo ch'essa non reggerebbe ugualmente di fronte agli esempi recentissimi di mediums i quali, a tutt'oggi, conversarono già in una dozzina di lingue diverse; il che fa presumere che col proseguire delle esperienze, e col manifestarsi di altre personalità di defunti appartenenti ad altre razze, i mediums in discorso daranno ancora prova di ulteriori cognizioni linguistiche. Il professore Richet giudica «un vero miracolo» il fenomeno del parlare in lingue ignorate, e non tenta di menomarne l'immensa portata teorica in senso spiritualista; nondimeno egli ritiene che l'esistenza dei fenomeni di «xenoglossia» sia lungi ancora dall'essere provata, e conclude una breve enumerazione di episodi del genere, con queste assennate considerazioni: Riassumendo: nessuno dei casi esposti riveste sufficiente valore probativo... Ne consegue che non è possibile accordar loro il diritto definitivo di cittadinanza nel vasto dominio della metapsichica subbiettiva. Comunque, propendo a credere che un giorno, forse non lontano, dovrà accogliersi come autentico qualche caso di tal natura. Ma, nell'attesa, occorre presentare esempi migliori, i quali siano riferiti in guise meno frammentarie, meno imperfette di quel che si riscontra negli esempi fino ad ora conosciuti... (Traité de Métapsychique, 280 della prima edizione). E non si può negare che il prof. Richet abbia pienamente ragione di esprimersi in tal guisa per ciò che si riferisce a quasi tutti i casi da lui citati, i quali però non rappresentano che una piccola parte della casistica esistente in argomento; casistica che disgraziatamente è dispersa un po' dovunque, in libri, opuscoli, riviste, e in conseguenza non è reperibile per gli studiosi. Stando le cose in questi termini, ne consegue che se si vuole che i fenomeni di «xenoglossia» acquistino «diritto di cittadinanza nel vasto dominio della metapsichica», risulta indispensabile cominciare a raccoglierne e ordinarne un certo numero in una speciale classificazione; ed è quanto mi sono proposto di fare con la presente monografia. Nondimeno sta di fatto che quando si intraprende lo spoglio dei casi del genere, si riscontra che l'osservazione del prof. Richet può estendersi molto al di là dei casi da lui contemplati, giacché se è vero che i fenomeni di «xenoglossia» risultarono sempre relativamente frequenti nella casistica metapsichica, e si moltiplicarono in questi ultimi tempi, nondimeno quando si comincia a raccoglierli ed analizzarli, si riscontra che risultano troppo sovente riferiti in forma puramente aneddotica, con tale parsimonia di ragguagli collaterali da non riuscire utilizzabili a scopi scientifici; il che appare maggiormente deplorevole in quanto ben sovente ci si trova di fronte ad episodi molto importanti, nonché palesemente genuini. Ne deriva che la messe dei fatti che mi dispongo a enumerare appare ben poca cosa di fronte all'imponente materiale raccolto; comunque, per buona fortuna, tra i casi qui considerati se ne annoverano in buon numero che sono riferiti con esposizione scientificamente adeguata, mentre risultano di data recente o recentissima. Debbo segnalare ancora un altro serio imbarazzo incontrato nell'ordinare la presente classificazione, il quale consiste nella circostanza che un certo numero di casi classici di «xenoglossia» risultano famigliari a chiunque sia versato in metapsichica, ed io stesso ebbi occasione di citarli e commentarli in altri lavori. Come comportarsi in proposito? Il sopprimerli non pareva consigliabile, giacché in tal caso la presente classificazione - che è la prima per la casistica in esame - sarebbe riuscita troppo lacunare. Così essendo, mi tolsi d'imbarazzo adottando una «mezza misura»: quella di accoglierli, ma riferirli in brevi per quanto adeguati riassunti. Dal punto di vista della classificazione dei casi, osservo che i fenomeni di «xenoglossia» si realizzano nelle seguenti svariate modalità di estrinsecazione: con l'«automatismo parlante» (possessione medianica); con la «medianità auditiva» (chiaraudienza), nel qual caso il medium ripete foneticamente le parole percepite subbiettivamente; con l'«automatismo scrivente» (psicografia e tiptologia); con la «voce diretta», con la «scrittura diretta ». In quest'ultimo caso si tratta per lo più di mani materializzate, visibili od invisibili, le quali scrivono direttamente il loro messaggio. Debbono aggiungersi infine i pochi casi di fantasmi materializzati i quali scrissero o parlarono in lingue ignorate dal medium. Ciò spiegato, entro senz'altro in argomento.

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!

Lesen Sie weiter in der vollständigen Ausgabe!